martedì 3 gennaio 2012

Un nuovo anno... per Me.

Ciao lettori,
                      oggi 03 gennaio 2012
è il giorno del mio compleanno, giorno nel quale si celebra il mio 30° anno di vita, e nel quale mi avvio al 31°anno.

Detto questo voglio precisare che non scrivo per autocelebrazione, e né voglio lanciarmi nei bilanci, cosa che molto spesso ha caratterizzato le pagine del mio diario. E poi questa striscia di Charles M. Schulz è più che esauriente in materia di bilanci.

Scrivo per non lasciar sfuggire questo giorno, così come sono sfuggiti questi giorni di feste appena trascorsi. Diviso tra il lavoro ed il riposo dal lavoro, sono volate due settimane nelle quali mi sono più volte riproposto di appuntare qualcosa sul blog, ma nelle quali non ho avuto modo di impiegarmi in un bel disegno, un bel pensiero eccetera.

Credo che il blog sia un impegno, e l'obiettivo iniziale che mi ero riproposto era questo: impegnarmi nel postare e promuovere il mio lavoro, i miei pensieri, le mie idee. Un proposito molto facile da tradire quando arriva la realtà a dettare i tuoi ritmi. Non voglio però disperarmi per questo, il fatto stesso che non ho iniziato con le scuse ai lettori ne è già un segno. C'ho da fare, ecco tutto.

<< ... PER FAR FELICI GLI ALTRI... >> e non solo aggiungerei, indipendentemente da cosa fanno gli altri per noi... :D

Dato che credo sempre più che disegnare fumetti sia un compromesso tra il proprio "bisogno" e quello degli altri, i lettori, il mio percorso si rende sempre più interessante. Ci sono degli sviluppi professionali, di cui vi parlerò approfonditamente più avanti, che mi portano a riflettere molto su questo, e cioè disegnare per la propria soddisfazione e di conseguenza per quella dei lettori. Sembra una banalità, ma per me non lo è.

Sto realizzando da poco che per far si che i miei disegni risultino "accattivanti" bisogna non solo impegnarsi nella ricerca dell'anatomia giusta, della prospettiva perfetta, nella composizione più organica o nell'espressività più azzeccata, ma bisogna fare questa cosa con gioia e soddisfazione e non con ansia e frustrazione. Lavorare con soddisfazione è la chiave del successo. Certo detto ad un operaio in catena di montaggio, in questi tempi, o ad un impiegato di call center è una bestemmia, eppure... Non so ben capire in che trappola si è messa la nostra "civiltà" però bisogna sostenere quest'idea: lavorare per la propria realizzazione e soddisfazione.

Mi chiedo solo una cosa: Come mai l'ho iniziato a capire solo ora?
Forse anch'io come il povero Charlie Brown sono mal educato alla felicità ?

Un abbraccio
Da.B.

mercoledì 30 novembre 2011

Il mio peggior nemico



Salve a tutti i lettori rimasti. Già, rimasti. Perché con la frequenza che ho nel postare sul blog, non mi stupisce l'idea che alcuni di voi si siano defilati alla ricerca di blogger più costanti di me. Pazienza, l'accetto di buon grado poiché so che la mia scarsa costanza non è dettata dalla pigrizia o dalla mancanza d’inventiva. Sono spesso molto stanco o a corto di tempo per dedicarmi al blog, e siccome ci tengo a presentare storie, idee, pensieri, riflessioni che parlino di me, ma che possano interessare anche chiunque altro non sia me, l’impegno dietro ogni post non è poco (anche se spesso salto le consonanti mute, o sbaglio gli accenti).
L’Associazione è comunque un bell’impegno, soprattutto quando desideri che vada tutto per il meglio e vorresti migliorare ogni aspetto che la compone, dalla pulizia degli ambienti all’organizzazione degli eventi. Ed il problema è che l’associazione coincide con il mio covo di produzioni fumettistiche. Mondo del quale inizio a disegnare geografie precise e consapevoli; esercizio dove l’impegno non è affatto poco. E non è raro che i due impegni si sovrappongano e mi mandino particolarmente in tilt.
Più che l’impegno, o l’entusiasmo, o la voglia, a mancare è il tempo e le energie. Soprattutto quando per affrontare le spese minime, si è costretti ad un impiego part-time (consegnare le pizze), portato avanti con altrettanto impegno ed entusiasmo, e che alle volte riesce a sottrarre molte energie ed ore di sonno prezioso.
Un calvario? Affatto, è il sale della vita, considerando le diverse fortune intrinseche che questi impegni riflettono. Ed allora qual è il punto?
E veniamo all’argomento di oggi: Il mio peggior nemico
Non dimentichiamo, miei cari, che se d’abitudine disegno è perché voglio fare della mia passione/propensione un mezzo di sostentamento. Cosa molto semplice infondo, basta impegnarsi. Come la mettiamo, però, se scopri che ogni volta che ti si pone un impegno, o meglio ti si propone un occasione, le tue aspettative, assieme ai tuoi sogni, congiunte alle tue esigenze, si coalizzano in un feroce nemico?
Disegni, disegni e disegni, ma l’ansia e la paura di fallire ti si stagliano davanti come il peggior avversario che ti possa capitare.
E si spiega anche il disegno di oggi. Le metafore sportive, o in genere che riguardano le discipline di lotta, di sfida diretta, com’è la boxe, insegnano da subito che il nostro peggior avversario siamo noi stessi. Ho scelto la boxe come metafora, perché è un’arte marziale che mi affascina e che non ho il coraggio di fare, perché molto fisica; mentre non ho paura di praticare il Budo Taijutsu che è molto meno sportivo (ma questa è un'altra storia). Assodato che il corpo e la mente sono due elementi correlati, in questo piano esistenziale, imparare a gestire il proprio corpo è un ottimo mezzo per gestire la propria emotività. Eppure ogni volta che la sfida è più dura la mia mente vacilla, e segna il count down già prima che suoni il GONG! dell’inizio della competizione.
Ogni volta una sfida, ogni volta sul mio quadrato personale, circondato matite e penne, che sembrano stare lì ad incitarti, e da fogli bianchi che spesso assumono la stessa faccia di quell'odioso avversario.
SDENG!
                      ...un'altra sfida.

a presto
Da.B.

lunedì 7 novembre 2011

Nel frattempo consegno le pizze.

Ciao a tutti,
                    come state?
Io mi sento un po' un sopravvissuto, ma un sopravvissuto di lusso, considerando chi in questi giorni è sopravvissuto alle alluvioni ed alle catastrofi causate dalle piogge. Ho vissuto nella zona di Massa Carrara per circa quattro anni della mia vita e luoghi come "le Cinque Terre" "Aulla" "Pontremoli" "la Lunigiana" li ho visitati, oppure li ho vissuti attraverso i discorsi di amici e conoscenti. Poi i miei coinquilini erano spezzini (di La Spezia) e anche attraverso i loro rimandi mi sembrava tutto così familiare, perciò quando le notizie parlavano di sconvolgimenti dovuti all'acqua mi sono sentito vicino a quelle persone ed a quei luoghi. Quindi è senza retorica che esprimo un sincero cordoglio per le vittime e le loro famiglie, e mi spendo in un augurio di pronta ripresa e ricostruzione.


Dopo il cappelletto doveroso, passiamo alla mia vita.
La settimana scorsa sono stato a Lucca, per la fiera del fumetto, e non ci sono andato lì per caso, ma per una ragione precisa: ero tra i finalisti del Lucca Comics Project Contest.
Per chi non lo sapesse, il Project Contest è un concorso organizzato dalla direzione dell'omonima fiera, in collaborazione con un editore, quest'anno Edizioni BD, dove i partecipanti propongono un progetto editoriale, un'idea da pubblicare. Un concorso serio che offre la possibilità di una pubblicazione importante con tanto di contratto. Una grande occasione che ho rincorso con le unghie e con i denti, arrivando, come mio solito, a spedire il materiale sul filo del tempo massimo, costringendomi a corse pazze contro il tempo. Inutile dirvi che ero desideroso di vincere e vedermi finalmente riconosciuta la professionalità, sia come disegnatore, che come autore, ma evidentemente è ancora un po presto. Non ho vinto il concorso, ma ho avuto la soddisfazione di testare la mia idea e trovare tutto sommato un buon riscontro; la pecca è stata quella di proporre una serie, mentre loro cercavano una progetto valido per una pubblicazione unica. Un'ingenuità, forse.

Il progetto proposto s'intitola ZERO Life (di cui vedete un estratto accanto). E se sono stato un pò ingenuo a non pensare al volume unico è stato per colpa del tizio peloso e bianco seduto alla poltrona rossa, Zero, un personaggio nato nel novembre 2001, e che da dieci anni appartiene al mio immaginario personale e che per questa ragione ha stentato un pò prima di prendere una forma compiuta. C'è voluto del tempo, ma ora la sua storia è in piedi, un po grazie allo stimolo datomi dal concorso, un po' grazie al tempo trascorso che ha permesso di sviluppare certe caratteristiche della storia prima impensate, un po per tanti altri motivi. Quello che c'è di sicuro è che la sua storia, o meglio la sua vita vale la pena raccontarla ed appena ne avrò occasione potrete leggerla. Magari in volumetti brossurati o cartonati, stile edizioni di lusso, ma al di là delle menate e dei desideri, Zero dopo questa sua prima uscita ufficiale, sarà sempre la mia bandiera.

Nonostante la riuscita non positiva del concorso, questa spedizione verso Lucca non è stata un'occasione sprecata, anzi:
  • Essere stato scelto tra i finalisti mi ha giovato soprattutto al portafogli, poiché ho avuto l'ingresso gratis alla fiera, e considerando il costo del biglietto giornaliero (14 euro) non è poca cosa; il bello è che giravo con un badge con su scritto "ospite".
  • Ha giovato alla mia determinazione ed autostima, perché ho avuto ottimi pareri e buoni consigli anche da ragazzi che hanno frequentato scuole di fumetto e che fanno fatica a raggiungere un livello come il mio (senza falsa modestia).
  • Ho avuto modo di parlare con dei professionisti: Giuseppe Di Bernardo,  Paolo Bacilieri, Laura Scarpa e qualche editor, e sono stati tutti molto costruttivi, contrariamente alle mie paranoie. Già perché la cosa che temevo di più era di ricevere critiche feroci del tipo: << Ma sei sicuro di voler fare il fumettista? >>.
  • Ho preso dei contatti, sperando che questi si rivelino buoni e fruttuosi.
  • I miei amici! Per fortuna sono riuscito a vedere i miei amici lucchesi, senza dover concentrare tutto in una sera o in una mezz'ora prima di partire. Dato che la permanenza è stata sostanziosa ho dato tempo a tutti e sono tornato col cuore pieno dei loro sorrisi ed abbracci, anziché dei rimpianti dovuti alla morsa del tiranno Kronos.
Nel frattempo la mia attività va avanti (... e di questo saprete altro molto preso) ed ho intenzione di dedicarmi a pieno ad un progetto fumettistico propostomi tempo fa, e che ho trascinato a lungo a causa delle mie insicurezze. E poi farò delle prove per qualche testata Made in Italy, che ultimamente vedo spuntare in edicola. Ma siccome non si vive di solo disegno, purtroppo, è quasi un mese che faccio un lavoro part-time: responsabile del servizio a domicilio di un'azienda alimentare. Ovvero: consegno le pizze!
Tutte le sere dalle 19:30 circa, gironzolo per Matera, consegnando pizze a destra e a manca, cercando in tutti i modi di arrivare prima che la pizza raffreddi, lottando con uno scooter infame, che da spesso problemi, l'avanzata dell'inverno, ed il traffico idiota che questa città esprime.
La pizzeria è quella di cui leggete qui accanto e questa "marchetta" la faccio volentieri, dato che i titolari sono amici e meritano di essere pubblicizzati, dato che la pizza è buona ed i prezzi sono ottimi; e poi se loro guadagnano di più posso chiedere un aumento. Scherzi a parte, questa cosa dapprima mi metteva un po in imbarazzo, ma col senno di poi penso che lavoro migliore non potesse capitarmi, visto che non sottrae tempo al disegno, mi retribuisce il giusto, e mi permette di conoscere tanta gente. Un domani la mia faccia sarà associata alla pizza che hanno mangiato e penseranno: << ...è quello delle pizze... Se i suoi fumetti sono buoni come le pizze che consegna, allora li compro... >>. :D

Con questo è tutto, vi lascio un disegno e vi rimando al prossimo post.

Un abbraccio a tutti ed a presto.
Da.B.

P.S. Un mega ringraziamento ad Angela Pansini, per l'aiuto datomi nella stesura dei testi per il Contest. Ed un grazie anche a chi mi ha aiutato indirettamente ed ha creduto in me.
                                                                                                               ...un altro piccolo passo...

lunedì 3 ottobre 2011

Un occasione persa (per me) ...forse.

Ciao Lettori,
                       eccoVi un nuovo post che riprende qualcosa di già sentito...
Si tratta infatti del buon vecchio Monacello, progetto rimasto a prendere polvere nel cassetto. Se la prima volta lo proposi assieme a FS, alla rivista di un gruppo politico, riuscendo a comparire per almeno un numero, in quest'ultima veste l'ho proposto ad un giornale locale. Al Quotidiano della Basilicata, per essere precisi. Ma la risposta del "direttorissimo" non è mai arrivata...

           ... all'inizio di quest'anno (2011), forte del successo avuto con il fumetto "I la zit..." (d'ora in poi per comodità: la Zita) decisi di propormi al giornale su detto con la "Striscia del Monacello", chiedendo loro, nella persona del direttore (P. Leporace) la possibilità d'essere pubblicato una volta a settimana. Così fissai un colloquio con il direttore con l'aiuto di mio fratello, che lavora come grafico presso il giornale, e mi feci avanti. Ero abbastanza teso, ma sicuro di riuscire, o sarebbe meglio dire col senno di poi, illuso di riuscire. Mi presentai ben vestito, con il mio materiale ben organizzato, il discorso che scorreva a loop nella testa ormai da giorni, ed una copia del fumetto de "la Zita". Così da sembrare già quasi affermato, con una realtà da fumettista solida alle spalle. Aggiungo ancora, che la copia era destinata ad omaggiare il direttore (che nella dedica era "il Direttorissimo"), in modo da lasciare il segno meglio di un biglietto da visita. E' passato quasi un anno, e se ci penso mi rendo conto che a gennaio, prima di Officine (vedi logo)
c'era ancora in piedi Strane Nuvole, e sul mio bigliettino da visita avevo con orgoglio indicato il mio ruolo di Presidente dell'Associazione. Dieci mesi dopo molto è cambiato;
ma andiamo avanti con il racconto.
Parlammo, io ed il direttore, credo per circa una mezz'ora, non avevo un orologio con me; non riesco a portare nulla ai polsi. Presentai la mia idea di rendere questa striscia una rubrica fissa, uno spazio a fumetti dedicato alla satira di costume. Il direttore, invece virò le sue raccomandazioni più sulla satira politica, con attenzione alla classe dirigente cittadina o addirittura regionale, dato che il giornale esce in tutta la Basilicata. Prospettò di presentarlo tra le pagine dedicate alla città di Matera in particolare, nella pagina della cultura. Tra le richieste inoltre, c'era anche quella di ricevere un compenso per questo impegno, richiesta però da subito bloccata nel nascere, con mia immensa delusione. Già perché tra le illusioni che avevo c'era quella di rendere questo impegno un'attività retribuita. Invece le motivazioni legate alla crisi delle vendite, stroncò questo proposito personale, dando fuoco all'illusione di campicchiare disegnando una strip. Comunque sia, a quel punto mi sarei accontentato anche solo di pubblicare la striscia, facendo espressa richiesta di postare sotto la striscia, l'indirizzo del sito internet dell'Associzione Strane Nuvole, o di un eventuale sito internet personale, così da farmi pubblicità. Già perché a catena, al sogno di campicchiare disegnando, c'era quello di aprirmi un sito, una vetrina per mostrarmi e promuovermi (iniziava il mio umanesimo tecnologico). A tal proposito ricordo che composi un Banner (vedi sotto) del Monacello e chiesi ad Ale Cotrufo (valido membro si SN ed oggi di OL) d'inserirlo nel sito, aprendo uno spazio di ridondanza per la striscia, mirato a traghettare gente, in attesa di aprirmi uno spazio personale, verso l'associazione e verso i corsi di fumetto in particolare.
Giunti alla fine del colloquio prendemmo accordi: "mandami il materiale presso la mia mail personale, e poi vediamo..."

...e fu così che non ebbi più notizie, né dal direttore né dal giornale.
Un occasione persa dunque?
Tempo fa pensavo di si, ma oggi questo pensiero lo sto decisamente rivedendo.



Ultimi appunti. Noterete che i grigi non ci sono più, mentre, data la tipica tecnica di stampa dei giornali B/N, ci sono dei neri forti ed un segno bello spesso. Il formato è orizzontale, e dalla grafica/logo ed il titolo, noterete il richiamo alle comic strip storiche dei quotidiani americani di inizi 900'.

Attendo pareri
Un abbraccio
Da.B.

lunedì 26 settembre 2011

Tutto da un errore

Ciao a tutti e bentornati.
Il post di oggi nasce, come da titolo, da una becera distrazione, divenutà virtù, e presto vedrete come. Colgo l'occasione per ringraziere l'autrice della storia che andrete a leggere, l'ormai mitica Porzia Grossi, per avermi sottolineato in modo così elegante e creativo una mia mancanza. Se solo lo avessero fatto anche le mie insegnanti delle elementari oggi non odierei la grammatica.
Comunque traumi a parte v'invito a godervi questo simpaticissimo racconto, che ha come tema, visto che Porzia non ha dato un titolo definito, la "mutina", la consonante più sottovalutata dell'alfabeto italiano. Ma ora basta convenevoli, che tanto a scrivere non son bravo. Lettrici e lettori ho il piacere di proporvi su queste pagine:

                                                                                                      Zia Porzia e la "Mutina" dimenticata

Ciao Danilo,
stamattina mi è capitata un’avventura davvero singolare. Ero già pronta per uscire, come al solito, per fare la spesa quando suona il campanello della porta.
- Chissà chi è – penso - a quest’ora, così presto?
Apro e mi trovo davanti una ragazzina, sembrava avere 15-16 anni, lunghi capelli neri intorno ad un visino pallido, delicato, che mi sorride gentile, timorosa; noto che ha gli occhi leggermente arrossati e il labbro le trema un po’.
-Buongiorno. – dico e lei mi risponde con un inchino.
La cosa mi sorprende, mi aspettavo almeno un “buongiorno” come risposta.
- Ha bisogno di qualcosa? – chiedo – Lei chi è?
La ragazzina per tutta risposta mi indica la collanina che ha al collo dove in argento e zirconi c’è scritto ‘Acca’.
- Lei è Acca? – chiedo, la guardo bene e chissà perché mi viene in mente la mia maestra delle elementari e scioccamente dico:
- La mutina.
- Si. – mi risponde e mi salta al collo piangendo disperata.
Ho appena il tempo di dire: - …Oh mamma! – e di piantare bene i piedi a terra per evitare che caschiamo tutte e due.
Immagina la mia sorpresa, mollo la borsa e lentamente abbraccio la ragazzina dandole dei colpetti sulle spalle:
- Su…su …. Non faccia … non fare così.- le dico, imbarazzata, continuando ad abbracciarla. Ma come si tratta una lettera che piange?
Lentamente i singhiozzi rallentano e la ragazzina piano piano si scioglie dal mio abbraccio. A quel punto la guardo e osservo che ha una maglietta bianca, di quelle che le ragazzine portano annodate su un fianco con una grande H maiuscola rossa sul davanti, un braccialetto al polso con una catenella acui sono appese tante piccole H e ancora tante H disseminate dappertutto: sui jeans, sulla chiusura della borsetta, sulle ballerine che ha ai piedi, perfino sul fermaglio per i capelli ed anche….sul fazzolettino di stoffa, dove è ricamata un’acca (un vero cimelio d’altri tempi!!!).
– Grazie per avermi riconosciuto – mi dice con la voce un po’ tremolante. – Se non lo avessi fatto non avrei potuto parlare. –
- La mutina – ripeto, sapendo di non offenderla.
- Si. – La ragazzina mi sorride sollevata mentre io sorrido ripensando alla mia maestra.
- Hai bisogno di qualcosa? – le chiedo.
- Si, per favore … aiutami!. –
La faccio entrare e ci sediamo in salotto, una di fronte all’altra.
- Aiutami, ti prego!-
- Se posso molto volentieri. Dimmi cosa ti è successo. –
Lei tormenta con le dita quel cimelio di fazzolettino ricamato che sembra un vero anacronismo in un’epoca di klineex e di fazzolettini di carta profumati in maniera spesso vomitevole.
- Sono infelice … tutti si dimenticano di me, nessuno mi vuole più bene, con la scusa che non ho un suono mio, ma mi appoggio a quello delle mie sorelle …. Le altre lettere dell’alfabeto – mi spiega guardandomi negli occhi, come se temesse di offendermi. – Tutti mi bistrattano, anche quelli più acculturati che mi definiscono ‘un puro segno grafico’. Loro non lo sanno che mi fanno tanto … tanto male.
- Ma dovresti esserci abituata. – le dico forse un po’ cinicamente. – Sono tanti secoli che ti succede questo! – e la guardo perché se ci penso non dovrebbe avere l’aspetto di una teen-ager, ma almeno quello di una donna adulta, magari con qualche filo bianco tra i capelli e invece niente.
Acca sembra leggere i miei pensieri e mi dice:
- Sai da noi, tra le lettere voglio dire, l’aspetto da ragazza o da adulta non deriva dagli anni che abbiamo, ma da quante parole ci sono che incominciano con noi, noi lettere intendo,-
La guardo, in effetti se ci penso sul vocabolario alla lettera H ci dovrebbero essere poche parole.
- Prendi il vocabolario, – mi dice Acca – ti faccio vedere.
Vado nello studio perché adesso la curiosità è tanta e sul mio vecchio Zingarelli del 1970 Acca mi fa vedere le sue tre pagine di parole che scompaiono rispetto a quelle delle sue sorelle. Però ci sono anche lettere come la J, la K, il W, la X e la Y, che hanno meno parole di Acca.
- Loro hanno l’aspetto di bambine di 6-10 anni. – mi spiega Acca.
- Ho capito.-
- Quando perdiamo parole diventiamo più piccole, sembriamo più giovani, invece quando ne acquisiamo sembriamo più adulte.-
- Va bene. Scusa per la mia curiosità.-
- Oh, non ti preoccupare, va bene così. Sai non ho molte occasioni per parlare con gli esseri umani.-
- Cosa ti è successo di tanto grave da voler parlare con me? –
- Una cosa orribile, non mi sono mai sentita tanto … umiliata e offesa …- e il labbro inferiore comincia a tremare, dagli occhi le scorre una lacrima che … ha la forma di una piccola acca minuscola ‘h’.
Le prendo le mani per evitare un’alluvione di ‘h’.
- È tutta colpa del tuo amico.-
- Un mio amico! Ma quale? Conosco tante persone!-
- Un tuo amico che scrive tanto.-
Penso: Enzo…lui scrive, legge tanto, ma soprattutto scarica files da internet. Paolo scrive poco, legge meno perché lui guarda solo le figure. Giovanni scrive poco, bene, ma la sua passione sono i bersaglieri. Antonio scrive, non molto, legge tanto e adora le Fattorie su internet. Giuseppe scrive parecchio, brevi messaggi su internet, ma tutti corretti. Filippo scrive, ma soprattutto disegna ed è pure tanto bravo, mi piacerebbe avere un centesimo della sua bravura…
- Già, proprio lui, Filippo.-
- Cosaaa!!! Ma come?! E dove soprattutto?!-
- Oh mi ha mancato di rispetto … davanti a tutti … su internet! Mi vergogno tanto! – e Acca scoppia in lacrime.
- Acca, piccola mia – la abbraccio mentre continua a singhiozzare.
- Sul suo blog … mi ha dimenticato … mi ha offeso.-
- Ma tesoro, sei sicura? -
- Si, sono sicura … controlla se non mi credi… sono piccola, ma non sono bugiarda.-
- Ti credo, Acca. Vediamo insieme.-
Accendo il computer, entro in internet, vado sul blog di Filippo e purtroppo nelle ultime righe del post del 23 settembre, proprio dove parla di me, manca un’acca, una piccola ‘h’ minuscola che ha lasciato un vuoto che sembra una voragine. Capisco di colpo la tristezza, il senso di umiliazione di Acca.
- Filippo non l’ha fatto apposta, Acca.-
- Non è vero!-
- Guarda tu stessa, leggi tutto il testo, ha sempre usato l’acca e l’ha usata bene!-
- No, non è vero. Si è scordato di me! –
- Ma scusa, tu sei venuta da me perché sapevi che ci conosciamo…. Perché quando Filippo scriveva non glielo hai detto subito?-
- Ho provato, ho tentato, ma lui non mi ascoltava, non mi vedeva nemmeno, gli ho perfino … tirato la barba per farmi notare. Ma lui si è solo grattato la guancia.-
Acca è a capo chino, triste, non piange nemmeno.
- Cosa vuoi che faccia? – le chiedo.
- Correggi l’errore su internet.-
- Non posso, tesoro mio, non posso modificare il suo blog.-
- Ma allora …-
- Però posso dirglielo, magari glielo diciamo insieme.-
Acca si illumina: - Davvero?! Davvero tu faresti questo per me?-
- Si, Acca, lo faccio!-
- Oh, sono così felice, me lo avevano detto le mie sorelle che sei tanto brava con la penna!-
- Già. Qualcuno l’ha detto anche a me.-
- Sei una maga … di più sei una fata!-
- Va bene, va bene, modera l’entusiasmo, dobbiamo pensare a come dirlo a Filippo, magari con un racconto. Ma per ora voglio fare qualcosa per te.-
In maniera misteriosa vado alla mia scrivania, prendo una penna un po’ speciale, mi avvicino alla collanina di Acca e con la mia stilografica aspiro la scritta e poi scrivo qualcosa nell’aria; la collanina si ricompone.
Acca si guarda allo specchio e legge. – Hacca.-
- Così avrai una parola in più, il tuo nome!-

Bellissimo!

Da.B.

venerdì 23 settembre 2011

Il Meta-Concorso Energheia (parte2)

Salve a tutti,
                       e ben tornati sul mio Blog, dab.itudine disegno...
Il blog cambia look. Mi ero stufato di quei libri, che facevano tanto intellettuale di sinistra, ma mancavano d'originalità. Perciò beccatevi lo sfondo bianco, che esalta i disegni e si rende meno pesante da percepire. Manco da parecchio e mi dispiace, persto però vi dirò il perché...

Nel frattempo, come s'evince dal titolo, ecco a voi la tanto attesa ultima tavola del fumetto
"Il venditore di Enciclopedie",
che ormnai senza falsa modestia posso annunciare come vinvitore della 17° Edizione del PREMIO ENERGHEIA, sezione fumetto. Quest'anno l'organizzazione ha stampato anche il catalogo, dove c'è perfino il fumetto dello scorso anno ("Uccidete il grillo perlante"), vincitore anch'esso. Il catalogo lo troverete nella biblioteca, anzi nella fumettoteca di Officine Ludike, dove troverete in copertina uno dei disegni estratti dalle tavole.
Le considerazioni sul premio e la serata, ed i risultati del Meta-Concorso, ve li dirò in fondo, intanto però vi invito a commentare ed a farvi sentire di più.





Anche quest'anno vincitore, accanto al co autore Francesco Sciannarella, ma con un sapore amaro in bocca. Questa storia segna il "divorzio artistico" (uso le virgolette in questo caso per specificare, così come fa Francesco in ogni occasione, che la nostra era solo un'unione artistica. Omofobia a gogo!). A rompere sono stato io, perchè quella semi amicizia che s'era instaurata con FS, è stata abbattuta sotto i colpi delle ipocrisie e delle menzogne. Non mi metto ad elencare episodi e parole, perché non mi va di fare il pettegolo; dico solo che questa persona deve a me la sua esperienza con il fumetto, e per questa ragione dovrebbe solo ringraziarmi, anzichè trattarmi con sufficienza. Così come avrebbe dovuto ringraziare pubblicamente l'organizzazione del concorso, anzichè porsi con spocchiosa superiorità come autore dalle <<mille idee nel cassetto>> (cito). Ringraziare non solo perché abbiamo vinto, ma soprattutto perché ci hanno concesso di presentare la storia con ritardo, rispetto la data di consegna. Bella figura.
Ed ora veleno anche sull'organizzazione (oggi non risparmio nessuno). Come mai si chiede di proporre una storia, a colori, se poi non si hanno i mezzi per stampare il catalogo a colori. Che tristezza vedere le tavole mortificate dal b/n, dopo tutte quelle energie spese per i disegni. A saperlo...
Per questo sono ancora più felice di proporvi le tavole sul blog, cos' i colori non sono mortificati dalla stampa, e potrete leggere i contenuti speciali, ed il commento dell'autore.

A parte questi inconvenienti devo dire che l'amaro è svanito col gusto di una buona pizza consumata presso il ristorante "Il Basilico" Matera, in compagnia di Veronica, mio zio Angelo, la supporter personale Porzia (vedi post precedente) e la mia daorabile cuginetta Raffaella, con il suo boy-friend Domenico, venuto apposta da Venosa per la serata di Sabato 17 settembre, scorso. Serata, o meglio giornata, già ben avviata dalla presenza dei molfettesi Sal Modugno e Angela Pansini; ma per questo vi rimando alla pagina FB si Officine Ludike. Dopo anni mi sono sentito in famiglia, atmosfera persa in tenera età. Fin ora in queste occasioni c'erano solo gli amici, ed invece stavolta, tranne Porzia con cui non ho un legame di sangue, erano tutti parenti o in acquisizione. Bello!

Ed ora la vincitrice del Meta concorso... Porzia.
Com'avrete notato dal precedente post, ho gradito molto il suo contributo alla causa, ed o (Attenzione, questo errore di battitura e di distrazione ha poi generato il prossimo POST) apprezzato l'ingegno con cui ha delineato i personaggi. Brava.


Con questo è tutto,
se avete gradito la storia, se gradite il nuovo look del blog, se gradite le cose che disegno, o che scrivo...
COMMENTATE!

A presto
Da.B.

venerdì 16 settembre 2011

Ottimi suggerimenti... Appendice al Meta-Concorso Energheia

Ciao a tutti.
Sono passate diverse settimane ed oltre alle richieste, ed a volte minacce, di pubblicare le ultime tre tavole della storia del precedente post, l'unica vera "concorrente" al Meta-Quiz è stata Porzia Grossi (che molti soci di Officine conoscono).
Guardate cos'è uscito fuori dalla sua immaginazione:

<< Nelle tre tavole successive potrebbe accadere di tutto, per esempio:
 il ragazzo entra nell'appartamento dove trova Lola in lacrime perchè malmenata da Franco, che si scopre essere il fratello 'pappone' (si dice così?) di Zoe. In effetti Lola è una povera ragazza extra-comunitaria, costretta  a prostituirsi per poter pagare il suo ingresso illegale in Italia. Franco fa parte di un'organizzazione italo-rumena che fa entrare illegalmente le ragazze dall'Est con il miraggio di un buon lavoro o di un matrimonio combinato con un ricco .... e vecchio italiano. Zoe è all'oscuro dell'attività illegale del fratello, ex-pugile e attualmente gestore di una palestra in città, noto nell'ambiente per essere gelosissimo della sorella ed estremamente irascibile, tanto che ha allontanato in malo modo altri ragazzi che facevano il filo a sua sorella, oltre al fatto che picchia la sorella, in effetti il livido al labbro, nella tavola 5 glielo ha procurato lui. Mentre il ragazzo (scusa ma come si chiama, mi sembra che non compaia nelle prime sette tavole) cerca di soccorrere Lola, entra nell'appartamento la vecchia signora, quella schifata della tavola 4, attirata dalle grida di Lola e credendo che il ragazzo sia il colpevole, lo aggredisce a borsettate gridando: " Venditore di enciclopedie dei miei stivali..... ti faccio vedere io!!!" >>

<< Oppure la vecchia signora (vero deus ex-machina della situazione), attiva il suo salvavita-beghelli e fa arrivare la Polizia, che chiariti i veri ruoli dei personaggi, salva Lola dalla prostituzione, arresta Franco che era fuggito a Bari cercando la protezione dell'organizzazione italo- rumena, che però lo ha scaricato visto che è un personaggio ormai troppo scomodo. Zoe finalmente libera dall'oppressiva tutela del fratello, può continuare tranquillamente gli studi, mentre il ragazzo (chiamiamolo Andrea) visto che Zoe è una brava ragazza e non porta poi così sfiga come credeva,  incomincia a frequentarla di più e per poterle offrire un caffè al bar senza sentirsi rimproverare ogni spicciolo che spende dal padre, ha trovato un lavoretto come... venditore di enciclopedie, ed è davvero bravo nel suo lavoro!!!! >>

Niente male! Non c'è che dire, davvero una capacità narrativa che mi ha colpito. Soprattutto ho apprezato molto il mondo costruito dietro ai personaggi di Franco, il ragazzo pestone, e Lola, la prostituta. Personaggi che nella sceneggiatura originale sono delle semplici figurine.
Chissa, forse si prospetta un futuro da sceneggiatrice o anche solo soggettista di fumetti per la nostra amica Porzia? Chi può dirlo.
Nel frattempo, in attesa della premiazione prevista per domani (Sabato 17 settembre, ore 20:00 circa), eccovi servite un altro paio di tavole, così per scatenare la curiosità, sperando di vedervi con me domani al Museo Ridola.




A presto.
Da.B.